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Breve introduzione al movimento DISCARICART
Vorrei sottolineare nell’introduzione al movimento DISCARICART che il nostro intento è e rimarrà quello di non seguire le tendenze indotte che caratterizzano gran parte dei movimenti pseudoculturali che ci circondano o per meglio dire attanagliano inesorabilmente ogni forma artistica. Pertanto non seguiamo l’onda del riciclo, anche se la proponiamo e pratichiamo, non seguiamo l’onda politica del rifiuto clandestino e perseguitato, non cavalchiamo l’onda ecologista per farci belli o per farci impiccare, non abbiamo, in poche parole, alcuna forma di linguaggio che sia assimilabile al regno della confusione programmata che domina l’attualità. Il nostro deve essere un percorso oscuro, ma anche una minaccia profonda, che si cela dietro quella patina plastificata della comunicazione che nasconde la verità globale: cioè il pericolo di una catastrofe epocale. Ma non dobbiamo avere un comportamento intellettuale sprezzante e neppure un atteggiamento negativo e decadente. Vogliamo semplicemente ascoltare la voce pura della natura in noi stessi e ciò che questa esprime per comunicare una speranza, anche se flebile, per l’umanità.
La minaccia epocale si avverte, per quanto sia contrastata dalla putrefazione di un sistema che genera facili entusiasmi o dirottamenti pianificati, in ogni nostro istante: quando apriamo le nostre antenne sensitive e guardiamo il mondo sotto la sua vera entità poetica, e per poetica intendo l’istinto amoroso del fare arte. Quando si fa Arte si ama, anche se stiamo amando un rifiuto, uno scarto, un escremento, e si DEVE trasmettere questo amplesso creativo agli altri. Ecco il punto.L’assemblaggio diversificato e diametralmente opposto ha evocato un nuovo fascino, ha espresso il bisogno che c’è in ogni oggetto, in ogni cosa di esprimersi, di esprimere arte, e per arte, come detto precedentemente, di esprimere amore nonostante tutto, amore disperato, amore folle, ma comunque l’amore che abbraccia i rifiuti del nostro avido mondo.
Le altre avanguardie a cui faccio riferimento sono Dadaismo e Surrealismo, quest’ultimo ben poco conosciuto e apprezzato nel nostro Paese, intollerante ad ogni forma di felicità artistica che non sia indottrinata. Credo sia tempo, almeno per onestà intellettuale e per gli artisti italiani, di sciogliersi da queste catene lacunose, che ormai stanno per diventare centenarie, e scrollarsi tutta l’arretratezza, che ci ha condannato in tutto il secolo scorso, per liberare il nostro pensiero e dare nuovo impulso e libertà a nuove forme artistiche. Proprio in riferimento al Surrealismo, dedicheremo alcuni appunti sul riutilizzo degli oggetti e sulle teorie espresse da Breton, Duchamp, e Schwarz; non dimentichiamolo che quest’ultimo è anche Presidente Onorario del nostro movimento.
Mauro zo Maraschin
Gruppo facebook: Discaricart
Quando dipingo mi immergo in un lungo respiro solitario che mi permette di andare in profondità scendendo nell’intimo di me stessa, senza distrazioni, scoprire prospettive nuove che ispirano magia da trasformare sulla tela.
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