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Che le opere di Ester Negretti siano paesaggi marini o sentimenti, li si sente vibrare tra l’onda del mare , il profumo della salsedine e i battiti del cuore. E’ una pittura che coinvolge tutti i sensi fino portare la memoria a ricordi lontani o vicini, emozioni cutanee date dallo spessore della materia che lavora col colore e con le luci ed ombre naturali in continua evoluzione. È il sentimento a trionfare dopo aver visto il bianco e il nero lottare assieme alla materia con tutte le gamme infinite di grigi fino ad aver udito sprazzi di colore fluorescente gridare il proprio dono di vita, un’ accento inaspettata a tutta l’opera inebriata di luce d’orata che danza sui tetti incantati al mattino. Osservando il movimento dei gesti, i materiali, i colori sembra di sentire per sino il rumore delle onde infrangersi, il profumo del sale, l’aria celeste sul viso e la sabbia sotto i piedi. Sono cosi coinvolti tutti i cinque sensi percettivi. Ma Negretti non vuole rappresentare una situazione ma rievoca un ricordo struggente, un’emozione lacerane, una cicatrice indelebile dove il soave vento tra i capelli in una calda giornata al mare si trasforma in dolore su quella ferita che non vuole cicatrizzare, tenuta aperta dal sale che penetra, brucia, lacera. La struttura delle opere non è mai banale, ma ricercata e compiuta sugli assi cartesiani in un disperato tentativo di far quadrare quella disordinata nube cosmica che annebbia e distrugge. Nella battaglia tra luce ed ombra il rigoroso impianto geometrico esplode dimostrando l’inafferrabile relatività della vita sviluppata su piu’ piani che si compenetrano ed urlano la loro verità. Il lavoro compositivo prende voce piu’ che mai nella serie di opere intitolate nuove geometrie: le forme esplodono, deflagrano una nell’altra come per osmosi e la materia dà vita alla composizione mentre l’oro illumina e fissa l’ambivalenza della struttura. Un’apparente gestualità casuale è controllata con naturalezza nei suoi minimi particolari come muoversi nel mondo superando o abbattendo gli ostacoli della vita avendo una precisa meta raggiungibile, forse.
Quando dipingo mi immergo in un lungo respiro solitario che mi permette di andare in profondità scendendo nell’intimo di me stessa, senza distrazioni, scoprire prospettive nuove che ispirano magia da trasformare sulla tela.
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