Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
via San Vittore 21-Milano
Inaugurazione Venerdì 25 Novembre dalle 18 alle23.
Sabato 26 Novembre dalle 12 alle 22,
Domenica 27 Novembre dalle 12 alle 20.
Ingresso gratuito previa registrazione sul sito
All’interno di Step09, STAND CO42, sala delle colonne
IL LAGO INDAGATO NELLE OPERE DI:
LUIGI RUSSOLO e ANTONIO PEDRETTI i quali hanno ritratto i paesaggi del Lago Maggiore e del Lago di Varese, mentre ARMANDO FETTOLINI ed ESTER NEGRETTI si sono ispirati al Lago di Como.
Il lago non è un semplice paesaggio. Il lago è uno stato d’animo.
Un modus vivendi, un contesto sociale. Lo sa bene chi vi abita e chi del lago ha fatto elemento di riflessione.
Progetto culturale curato da Simona Bartolena con la direzione artistica di Salvatore Marsiglione
Come Russolo, anche Antonio Pedretti elegge a propria musa il lago Mag- giore. Nato a Gavirate, in provincia di Varese, Pedretti è intimamente le- gato al paesaggio lacustre, che resterà una costante nel suo percorso. Come sostiene giustamente Enrico Crispolti, in un suo saggio del 1992 sull’artista, dallo sguardo sul lago di Pedretti emerge un vissuto “inteso proprio in abbandono totale, non drammatico ma interamente lirico, ad un’esperienza che è conoscitiva e affettiva insieme”. I suoi paesaggi pit- toricamente importanti, dalla pennellata sciolta e vibrante, si collocano in tutta evidenza nel solco dei grandi paesaggisti ottocenteschi, da Turner e Constable fino a Segantini e poi Morlotti, passando per i naturalisti lom- bardi. Di questa tradizione Pedretti sembra essere erede e al contempo figlio ribelle, che segue i padri, tentando, per usare le parole di Marco Me- neguzzo, di “rivitalizzare e di riannodare i fili forse non totalmente recisi con certa tradizione, specialmente di impianto romantico” e al contem- po sfugge al giogo della maniera, proponendo una pittura di sensazio- ni visive, tessuta nei ricordi, nelle esperienze personali, nella memoria.
Al personale naturalismo di Pedretti pare rispondere la visione immaginifi- ca e simbolica delle opere di Armando Fettolini. Artista non nuovo al tema dell’acqua, egli ha recentemente dedicato una straordinaria serie di dipinti al lago di Como. Coerente con la propria ricerca, Fettolini ha lasciato che le suggestioni dei paesaggi lacustri entrassero, con grazia e naturalezza, nel suo universo pittorico, un universo segnato da una profonda spiritualità.
Il senso religioso intenso e struggente, sorprendentemente umano nei suoi molti dubbi e nelle sue necessarie insicurezze, di Armando Fettolini dialoga con le acque del lago e si permea dei colori delle sue sponde – quel verde inaspettato, prima quasi del tutto assente dalla sua produzione – trasfor- mando il paesaggio in un luogo sospeso, profondamente simbolico, dal respi- ro monumentale, che attinge, senza timori ma anche senza inutile clamore, all’iconografia tradizionale dell’acqua come simbolo di nascita e rigenerazione e dell’anfora come simbolo di fertilità, in una complessa trama di citazio- ni colte e memorie personali, suggestioni quotidiane e riflessioni filosofiche. E come le tele di Pedretti paiono rispondere a quelle di Russolo, così sem- brano offrire un possibile controcanto all’opera di Fettolini, i lavori che Ester Negretti ha dedicato al lago di Como, il luogo dove lei è nata e dove vive.
Costruiti di materia in materia, stratificati come ricordi, quasi visioni che si rendono tangibili, i paesaggi lacustri esprimono al meglio la perso- nalità di questa giovane pittrice comasca. Ben risolti dal punto di vista cromatico, affascinanti e attraenti tanto per l’occhio quanto per il tatto, essi sono – per usare le parole dell’artista – “forme, colori e materiali” che dialogano “con la realtà circostante svelandone l’Essenza. Stra- tificata, bruciata e scolpita la materia diventa epidermide attraverso una pittura che spinge l’immagine a rinascere dalle proprie “macerie”. Le opere di questi quattro artisti – tra loro tanto diversi per storia, carattere e ricerca – sono ora esposte l’una a fianco all’altra gra- zie a questa mostra proposta da Salvatore Marsiglione. Un’occa- sione per scoprire (o ri-scoprire) le loro indubbie qualità ma an- che per riflettere su un tema suggestivo e dalle molte implicazioni.
Simona Bartolena